Azienda Agricola Biodinamica Al di là del fiume – P.iva 02639841200 – REA BO465180 – Credits – Crediti fotografici – Privacy policy
Ieri, oggi e domani
Una provenienza delle più bizzarre, io dalla vicepresidenza di una cooperativa sociale dove cominciai a lavorare, da volontaria, da quando avevo 17 anni, mio marito Gabriele dall’azienda familiare dove si producono tacchi. Qui ci ha portato la storia del nostro albero genealogico. Il padre e il nonno di Gabriele lavorarono qui come mezzadri per molti anni: durante l’inverno falegnami, durante l’estate, in quanto proprietari di vari mezzi agricoli, lavoravano la terra a cottimo, quella che più utilizzò i loro servigi fu questa: la Ca’ de co’ (la casa di sopra), come storicamente si chiamava. Qui c’era già allora, nel primo Dopoguerra, un vigneto. Il papà di Gabriele, Carlo Monti, aveva solo 10 anni quando dovette lasciare la scuola elementare per aiutare suo padre Giuseppe, nel 1952. Da questa cornice, 16 anni fa, nel 2005, parte questa avventura che arriva in un momento di totale stabilità, non eravamo alla ricerca di cambiamenti, o per lo meno non consapevolmente. Ca’ de co’ entra in vendita, io e mio marito ci guardammo e pensammo che fosse dignitoso per la nostra storia chiudere quel cerchio, per noi e per i nostri figli. La comprammo senza nemmeno capire da subito quanto quest’azione avrebbe cambiato la nostra vita. Inizialmente pensavamo di passarci qualche tempo, un fine settimana ogni tanto. Quando entrammo qui non c’era più nulla. L’agricoltore che la vendette qualche anno prima aveva espiantato tutto per ottenere gli incentivi statali, mio marito cominciò allora una lenta inchiesta presso tutti gli anziani della zona, tutti ripetevano lo stesso: vigna, albana e barbera. Così le riproponemmo anche noi, albana e barbera, la prima, vinificata secca, per tutti i giorni, la seconda per la festa, dopo la messa: così ci era stato insegnato. Grazie alla biodinamica Gabriele si è sentito riconosciuto e rispettato per il suo amore per la terra mentre io ho ritrovato in questa l’amore per gli altri che aveva imperniato la mia vita da sempre. Così è nata l’azienda.
È stata dura. Soprattutto perché il primo anno, il 2014, l’anno del difficile passaggio a questa attività, una grandinata ci distrusse completamente. Non vendemmiammo nulla, ma capimmo quanto fosse necessario accettare l’idea che, per quanti sforzi si facciano, siamo un pezzetto di qualcosa di molto più grande di noi e per questo sia saggio abbandonare ogni illusione di controllo. Un insegnamento importante e sano… la crescita del nostro progetto e di noi stessi è in continuo movimento e ogni giorno cerchiamo di coltivare la terra, le stelle, i sogni ed il cielo per migliorare la fertilità della terra ed il benessere di chi la abita!
E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca.
Solo se partiamo dalle nostre radici troveremo la forza per volare
Dopo pochi anni purtroppo quegli stessi vigneti storici vennero estirpati dal proprietario terriero e tutta l’azienda venne coltivata a prato stabile. Solo pochi anni fa io e Gabriele siamo riusciti ad acquistare quei terreni e abbiamo, dopo una ricerca storica con gli anziani del posto, ripristinato i vitigni autoctoni del territorio. L’Albana era infatti il vino della quotidianità bevuto secco a pranzo nelle pause del lavoro in campagna mentre la Barbera era il vino della domenica e del pranzo del giorno di festa dopo la Santa messa.
Appena comprato il terreno abbiamo deciso quindi di sposare da subito la filosofia biodinamica e di partire con questi due vitigni autoctoni. Insieme ad Adriano Zago, nostro enologo ed agronomo, abbiamo poi di anno di anno aggiunto gli alberi da frutto antichi, l’orto, le erbe officinali, i grani antichi e altre varietà autoctone dell’appennino come il Montuni, il Pignoletto e la Lionza. L’orientamento è stato fin dall’inizio quello di arrivare ad un organismo agricolo diverisificato e autosufficiente. La crescita del nostro progetto e di noi stessi è in continuo movimento e ogni giorno cerchiamo di coltivare la terra e le idee per migliorare la fertilità della terra ed il benessere di chi la abita.